lunedì 24 settembre 2012

STEFANO FOPPIANI, il Ds del VARZI: "Escluso intervento impellente. Siamo più ottimisti"


Stefano Foppiani, primo a destra
Sono stazionarie le condizioni di Stefano Foppiani, 20 anni, lo studente universitario, di Varzi ricoverato da ieri pomeriggio al Policlinico San Matteo di Pavia, in prognosi riservata, dopo un fortuito ma violentissimo scontro di gioco durante la partita di calcio tra Varzi e San Giorgio Gropello, valida per il campionato di 1/a categoria. Il giovane, al quale è stato indotto un coma farmacologico, è stato sottoposto nella notte ad una serie di esami per monitorare i due ematomi che dovrebbero riassorbirsi nel giro di una settimana. L’operazione chirurgica, ipotizzata dai medici nelle prime ore successive all’incidente, al momento sarebbe scongiurata.

LA RICOSTRUZIONE — L'incidente di gioco ieri intorno alle 17 a Varzi, piccolo comune dell’Oltrepò collinare, dove si giocava Varzi-Gropello (3/a giornata del girone I). Mancava un quarto d’ora alla fine e sullo 0-1 Stefano è andato al contrasto aereo con un avversario. Dalla ricostruzione dei presenti sembra che abbia ricevuto un colpo fortuito di spalla al diaframma e abbia perso i sensi: per questo è caduto a terra battendo con violenza la testa. La situazione è apparsa subito grave. Il medico sociale del Varzi, Giovanni Alpeggiani, si è precipitato in campo e con l’aiuto di due compagni di squadra è riuscito faticosamente ad aprire la mascella di Stefano per ripristinare sia pure in modo parziale la respirazione. Sugli spalti c’era una cardiologa del San Matteo, Rita Camporotondo, accorsa in campo a prestare soccorso. In pochi minuti il ragazzo è stato caricato sull’ambulanza e portato all’ospedale di Rivanazzano, alle porte di Voghera. Qui, vista la gravità della situazione, è stato deciso il trasferimento in elicottero al San Matteo, dove Stefano è stato subito sottoposto alla Tac e ad altri accertamenti. I medici hanno indotto il coma farmacologico per poter svolgere gli esami ed effettuare le prime terapie.

L'ANSIA DEL DIRETTORE SPORTIVO — Maurizio Guidi ha il telefono perennemente occupato. Ha passato una notte praticamente in bianco per fare da tramite tra la famiglia di Stefano Foppiani e le decine di amici preoccupati per le condizioni del giovane che si trova tutt’ora in coma farmacologico al Policlinico San Matteo. E’ rimasto a Varzi per tutta la serata di ieri a smistare telefonate, poi non ce l’ha fatta più, ha preso la macchina e ha raggiunto il reparto di rianimazione. Voleva essere lì, vicino alla madre e al padre che attendevano con ansia gli aggiornamenti dei medici. E con una manciata di compagni di squadra che, con grande discrezione, si sono intrattenuti nei corridoi fino a tarda sera. Guidi è il direttore sportivo del Varzi, la squadra in cui Stefano milita da tre stagioni con la maglia numero 8 sulle spalle. E’ il punto di riferimento per tutti e tutti si rivolgono a lui per ricevere rassicurazioni in queste ore di angoscia. “Oggi siamo molto più ottimisti – racconta – perché il fatto che si escuda la necessità impellente di un intervento è un buon segnale. Certo, non saremo tranquilli finchè non saranno riassorbiti gli ematomi e finchè non parleremo con lui”.

GIOCATORE E ALLENATORE — A Varzi, piccolo comune collinare dell’Otrepò pavese, tutti conoscono tutti. “Stefano – spiega Guidi – è uno di famiglia. E direi la stessa cosa per tutti i nostri ragazzi perché qui è così. Al campo, al bar, a casa di uno o dell’altro cambia poco. Lui studia all’Università di Pavia ma difficilmente si ferma lì. E’ sempre qui con noi anche perché dall’inizio di questa stagione gli abbiamo affidato anche l’incarico di allenare i ‘pulcini’ della nostra squadra. Quindi tra partite e allenamenti l’impegno è praticamente quotidiano e siamo sempre tutti insieme. Vederlo privo di sensi ieri in campo è stato terribile. Fortunatamente – conclude - il nostro medico, Giovanni Alpeggiani, è intervenuto immediatamente insieme a una cardiologo che era tra il pubblico. I primi soccorsi sono stati fondamentali per farlo riprendere a respirare in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. E poi, in serata, ci siamo stretti tutti intorno alla famiglia e oggi attendiamo ora per ora notizie rassicuranti”.

Fonte: gazzetta.it

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