di Alessandro Iraci
Benzina finita - Certamente nella ripresa il Pavia ha faticato molto a ripartire. Dopo un primo tempo frizzante, gli uomini di Pergolizzi sembravano non averne più. Stanchi, sempre secondi sulla palla e in continuo affanno. Che sia finita la benzina è certo, la cosa preoccupante è che questa sia durata solo un tempo. Certi errori però non ci stanno proprio.
Cambi cervellotici - Il punto di Terni aveva portato buonumore tra i tifosi azzurri che hanno storto il naso di fronte a quanto invece hanno visto alla prima in casa. Se il primo tempo vede mister Pergolizzi promosso, la ripresa lo getta nel banco degli imputati. Saggia la decisione di partire con il 4-3-3 con Capogrosso in mediana e due punte vere come Marchi e Rodriguez. Pessime e cervellotiche le scelte dei cambi di uomini e di modulo. Partire con tre punte e finire con una, sotto 2-1 è quantomeno bizzarro. Romeo (difensore) per Falco (fantasista) è l'emblema dei cambi poco chiari. Cambi di modulo a raffica che hanno mandato in confusione pubblico e soprattutto squadra.
Arbitro - Certamente nella sconfitta del Pavia c'è lo zampino del sig. D'Angelo di Ascoli. Un arbitraggio scandaloso che ha fatto infuriare il pubblico. Tre gli episodi chiave, con Rodriguez lanciato a rete falciato da Masi (poi autore del decisivo 2-1) che viene solo ammonito. Rodriguez che si invola solo contro il portiere della Pro fermato per un fallo inesistente e il rosso a Pergolizzi (reo di aver solo oltrepassato l'area tecnica). In mezzo una serie di decisioni quantomeno rivedibili. Uno showman al Fortunati insomma.
Baluardi - Due soli si salvano certamente da colpe e sono il portiere azzurro Davide Facchin, super in almeno un paio di circostanze e il capitano Lorenzo Carotti, che come un soldato vestito d'azzurro lotta nel fango del Fortunati. Due esempi non sempre seguiti da tutti.
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