giovedì 7 febbraio 2013

PAVIA CALCIO, a tu per tu con..FRANCESCO FERRINI


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Francesco Ferrini tra pesca, trattori e un avvenire che il romagnolo (28 anni originario di Ravenna) immagina al di fuori del calcio.
Che ragazzo è Ferrini fuori dal campo?
«Un pregio e un difetto è l’altruismo, tante volte non ci vorrebbe»
Lo pensa anche la sua compagna Laura?
«Lei è molto matura pur avendo 25 anni, l’ho conosciuta 5 anni fa quando giocavo alla Sambenedettese, ci siamo conosciuti per scherzo a Porto Recanati: vivevo lei e la città in maniera fantastica»
Però proprio con il fallimento della Sambenedettese nel 2009 voleva smettere di giocare
«Si avevo deciso di non continuare per la delusione sia sportiva che economica, poi è arrivata la chiamata di Zocchi che è un direttore sportivo, ma soprattutto un amico. Mi sono rilanciato a Pavia con due anni intensi fino al campionato dello scorso anno in cui ho vinto campionato e Coppa con lo Spezia»
Chi l’ha fatta desistere dall’appendere le scarpe al chiodo?
«La mia ragazza e futura moglie mi ha supportato nei momenti difficili, mi ha fatto capire di andare avanti al di là della rabbia. Ha avuto ragione lei come i miei genitori che mi dicevano di non buttare via una carriera dopo i sacrifici che avevo fatto»
Come definirebbe il suo legame con il Pavia?
«Di rispetto e stima»
Se avesse smesso cosa avrebbe fatto?
«Ho sempre lavorato in campagna sin da quando ero piccolo. Ho il diploma agrario, mi sarebbe piaciuto fare l’università. Ho un legame con la Romagna, vengo da una famiglia contadina. Non disprezzo il lavoro normale al di fuori del calcio, anzi»
Ferrini ha un rapporto speciale con Preite: prima in campo ora da dirigente
«Aldo è un amico oltre che un dirigente. Siamo stati in camera insieme da giocatori e ho avuto modo di conoscerlo bene. Con chi lego lo faccio anche al di fuori del campo. Devo molto a Zocchi, Preite e alla famiglia Zanchi»
Lei che conosce bene Preite come è cambiato da quando è responsabile dell’area tecnica?
«E’ normale che il ruolosia diverso e anche gli atteggiamenti. Forse è più un cane in gabbia che non riesce a sfogarsi»
Qual è il rammarico nella sua carriera?
«Il primo anno di Cesena abbiamo perso la semifinale con il Torino in B, alla fine di quella stagione potevo svoltare perché c’erano club di A e B che mi avevano cercato. Castori mi aveva fatto giocare con continuità, ma la categoria per me conta relativamente, è più importante il posto dove si va a giocare»
Qual è la sua grande passione?
«La pesca, è una questione di famiglia. Io prediligo il fiume e vicino a casa passavo pomeriggi interi aspettando i pesci sotto al sole: sto bene a contatto con la natura»
E i trattori?
«Altra grande passione, li guidavo fin da bambino e ho tramandato questa mia fissazione a mio nipote. Starei a guardarli per ore: ci sono persone a Pavia che conosco che mi chiamano quando c’è la mietitura del riso»
Che legame ha con la sua famiglia?
«Forte, con mamma Patrizia siamo in simbiosi, papà Giancarlo mi capisce sempre. Ho un rapporto forte anche con mia sorella Marika»
Con chi hai legato nello spogliatoio?
«Con Fasano, lo conoscevo anche prima, ma è il primo anno che giochiamo insieme: è un ragazzo d’oro. Ho preso sotto l’ala Di Chiara, D’Orsi, in generale tutti i ragazzi: mi stanno arrivando tanti messaggi di stima. Ho legato con La Camera, che è giocatore di altra categoria e facciamo certe partite a ‘Saltinmente’ con Statella: siamo io e Laura, lui e Lelia e Capogrosso con Giorgia»
Come è cambiata la sua vita con l’arrivo di Viola?
«Oltre a lei vorrò altri bambini. Un figlio fa capire il peso delle cose e cambia il modo di pensare: prima giocavo per orgoglio, ora per la famiglia»
Come occupa il tempo libero?
«Sono un amante dei documentari, delle città storiche e dei viaggi su Discovery. Adoro anche passeggiare e portare Viola al parco giochi»
Qual è il suo ristorante preferito?
«A Grottamare alta, è situato su una montagna dove si vede il porto. Mi piaceva andare il giovedì quando rientravano i pescherecci»
Segue atri sport?
«La Formula 1, sono fan della Ferrari e andai a Monza a vedere le prove grazie al presidente Pierlorenzo. Mi piace anche il basket perché giocava mia moglie»
Come andava a scuola?
«Bene, ma studiavo poco. Ero sempre al campo di Cesena, a pesca o ad aiutare una amico che ha un’azienda. Ricordo che per l’esame di terza media sono stato dalle 10 alle 15,30 a mietere il grano, poi tornai a casa, feci una doccia e andai a fare l’esame»
Ferrini giocatore e uomo eclettico?
«Mi chiedo se riesco ad essere un esempio per i giovani. Non ho ruoli, ma sono atipico: più mi spostano meglio è, non mi piace l’abitudine e ogni mister mi vede a modo suo. Io sono nato centrocampista»

Fonte: AC Pavia

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