martedì 16 ottobre 2012
PAVIA CALCIO, a tu per tu con GIOVANNI LA CAMERA
Da Benevento a Pavia. Continua la rubrica ‘Lo sapevate che?'. Questa settimana il protagonista sarà Giovanni la Camera centrocampista azzurro nato a Messina il 29-12-1983, segno zodiacale Capricorno, lo scorso anno al Benevento.
Dal sole di Benevento alla nebbia di Pavia, il salto è lungo.
«Vivendo da Parma dove abito con mia moglie conoscevo già il clima non ho fatto fatica a abituarmi, l’unico problema sono stati i moscerini durante la preparazione: li avevo dappertutto e non sapevo come toglierli»
Come ha conosciuto sua moglie?
«Monica è giornalista e lavora per il Parma, la web tv, e io giocavo a Rimini. Avevamo giocato la gara, poi dopo mi ha fatto un’intervista e da li è partito tutto, ci siamo conosciuti meglio finché ci siamo sposati»
Pavia è una scelta di vita?
«Avevo molte squadre di Lega Pro che mi avevano contattato e qualche chiacchiera con club di B, però volevo avvicinarmi a mia moglie, da Benevento eravamo troppo distanti, così ho scelto Pavia sapendo della serietà della società. Sono molto amico con Fasano, con cui ho fatto le vacanze»
A Formentera?
«Si e Gianluca ha influito sulla scelta. Ma il prossimo viaggio che mi piacerebbe fare è in America: New York, Miami. Sono avanti a livello di qualità della vita: il fratello di mia moglie me ne parla spesso e mi racconta come sia molto diverso rispetto a noi. Sono andato in luna di miele a Dubai e mi ha impressionato»
Che tipo di persona è Giovanni La Camera?
«Una persona tranquilla che rispetta i rapporti: se uno tradisce la mia fiducia scompare dalla mia vita. Pregio? Troppo buono, mentre come difetto me la prendo in alcune situazioni quando potrei fare a meno. Il rispetto è fondamentale»
Quando non è sul campo ad allenarsi come trascorre il tempo?
«Vivo molto la casa, davanti a un film sul divano, ma con mia moglie ci piace stare anche in mezzo alla gente. L’ultimo libro che ho letto? L’autobiografia di Ibra, ci sono spunti interessanti. Sento anche la musica, soprattutto quella italiana Ramazzotti e Emma sono i miei preferiti»
Anche lei si prepara con la musica prima di ogni match?
«No, sono abituato a concentrarmi appena prima della partita e non ho gesti scaramantici quando entro in campo»
Com’è la vita a Pavia?
«Pavia è una bella città, tranquilla in cui si può passeggiare per il centro. A Benevento se facevi un giro ti fermavano tutti, ti chiedevano della gara e della squadra. Quando abbiamo perso il derby con il Sorrento è capitato, a me e ad altri compagni, di trovarmi la macchina rotta: un lucchetto aveva spaccato il parabrezza»
Quali sono i suoi ristoranti preferiti?
«Il Colibrì vicino a Parma e a Pavia vado alla Torre degli Aquila e al Minerva. Il piatto preferito sono i tortellini panna e prosciutto di mia moglie e la parmigiana di mia mamma, così non scontento nessuno – sorride -»
Quando frequentava la scuole era un buon studente?
«Ho fatto geometra: ero normale, mi piaceva ascoltare, ma non stavo sui libri»
Segue altri sport al di fuori del calcio?
«La Nba, sono grande tifoso dei Boston Celtics di cui ho anche la maglia di Garnett. Volevo andare a vederli al Forum con l’Armani ma non riuscivo come orari. Se avessi giocato a basket mi sarebbe piaciuto essere un play maker che chiama gli schemi»
Qual è la squadra del cuore?
«La Juve, appena posso vado allo stadio: ho la foto di quando ero piccolo in braccio a Cabrini. Mi piacciono Pirlo, Vidal, Marchisio, ma ho avuto la fortuna di giocare con Valdes e Tiribocchi»
Qual è il giocatore con cui ha giocato che l’ha influenzata di più durante la sua carriera?
«Ricchiuti e Jeda al Rimini. In particolare Ricchiuti, con cui dividevo la stanza, lo guardavo da vicino. A Rimini in B ho trascorso il primo mese di adattamento e Ricchiuti mi ha aiutato molto. Come allenatore devo tanto a Acori, ma ho una grande stima di Galderisi, Camplone»
La peggiore delusione nella sua carriera?
«La retrocessione con il Rimini, massacrante. Avevo fatto una bella stagione, se non fosse andata così forse la mia carriera sarebbe stata diversa»
La Camera si vede allenatore in futuro?
«No, non riuscirei a mandare ragazzi in tribuna o a fare delle scelte, però mi piacerebbe avere un ruolo in società»
Lei ha giocato a Padova, Lanciano, Casale, Rimini, Benevento, ma pochi sanno che ha fatto anche sei mesi in Promozione con gli amici.
«Si era l’anno che ero a Casale, la seconda parte di stagione andai con gli amici vicino a Messina in Promozione. Fu una bella esperienza, ma ho capito che il calcio era la mia vita e potevo ambire a qualcosa di più»
Il suo sogno nel cassetto?
«Tornare in B e avere una bella famiglia».
Fonte: Pavia Calcio
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