mercoledì 21 novembre 2012
PAVIA CALCIO, A TU PER TU CON...RAFFAELE D'ORSI
Il protagonista della rubrica «Lo sapevate che?» che a turno vi farà scoprire i giocatori del Pavia anche al di fuori del campo. Il difensore è nato il 17 agosto 1991 a Roccapiemonte in provincia di Salerno. Dopo due anni nel Cavese (stagione 2009-2010) e un anno a Foggia il giocatore ha scelto Pavia.
E’ la prima esperienza in squadra nel Nord Italia, come sta andando?
«Pavia mi piace molto, rispecchia le tradizioni e anche dal punto di vista architettonico è carina. Sono andato a vedere la Certosa, ma solo da fuori. Pavia si sta rivelando un’esperienza che concilia sia il lato calcistico che la qualità della vita»
Perché Pavia?
«E’ una piazza tranquilla che non mette pressione e avevo voglia di allontanarmi. Si può fare una passeggiata dopo allenamento, trovarsi al Minerva con i compagni o nel bar sotto a casa da Salvo dove facciamo colazione e merenda dopo allenamento, abbiamo fatto amicizia con le due cameriere Martina e Veronica»
Lavita è diversa rispetto a Foggia
«A Foggia la gente vive per la squadra della città e si parlava solo di calcio, era difficile avere approcci diversi alla vita»
Lei concilia gli studi all’università in Giurisprudenza con indirizzo Sportivo con l’attività professionista. Cosa vuole fare da grande?
«Sono legato allo studio, già quando frequentavo il liceo scientifico mi piaceva approfondire materie e tematiche. Ho scelto l’università perché non ho voluto buttare i cinque anni di liceo e anche trovare nuovi sbocchi. E’ una facoltà che mi piace che rimane legata al mondo dello sport. Voglio fare il calciatore, però sto studiando una materia che mi consentirà un domani di rimanere all’interno del calcio»
Che media ha all’università?
«26,5. Ho preso un 30 a sociologia del lavoro. Non sono mai stato bocciato: quando vado a fare un esame il coefficiente di rischio che mi boccino è molto basso perché sono preparato. Il fattore calcio ha inciso nella scelta di fare l’università a Cassino (Frosinone), non ho l’obbligo di frequenza e posso studiare al mattino»
Piatto preferito?
«Spaghetti con le vongole, ma anche tutti i tipi di risotto»
Ha scelto di fare le giovanili alla Juve Stabia per non allontanarsi di casa, qualche rimpianto?
«Potevo andare a Pescara che era in B e avrei fatto la Primavera. Il direttore mi voleva a tutti i costi. Prima di andare alla Cavese c’erano anche Empoli e Siena che avevano chiesto di me, ma la Cavese mi volle»
Il primo distacco da casa è stato quando è andato a Foggia.
«E’ stata la scelta più concreta che ho fatto, ma non mi pesava. Tornavo a casa nel fine settimana. Venendo a Pavia c’è stata una separazione totale da casa, ma fino adesso non ho avuto problemi. E’ normale che mi mancano gli amici e la famiglia, i miei nipoti, Antonietta e Daniele, e mia sorella Angela»
Com’è stato crescere a Roccapiemonte?
«E’ un paese piccolino di 10mila abitanti, si sa tutto di tutti. Ho avuto un’infanzia piacevole con amicizie che durano negli anni. Quando vado giù ci riuniamo in piazza. Il mio migliore amico è di Roccapiemonte, Federico fa il militare»
Che rapporto ha con i suoi genitori?
«Mi sono sempre stati vicino da quando ho iniziato a giocare a 6 anni. Condividono la mia scelta, ma vogliono che riesca a conciliare il calcio allo studio. Il papà è più riservato ma capisce bene il mio stato d’animo, mia mamma mi sta vicino e mi aiuta: è un po’ la mia collaboratrice»
Indossa un braccialetto di Padre Pio, è credente?
«Ho un braccialetto che viene da Medjugorje e l’altro da San Giovanni Rotondo. Sono cattolico praticante, non riesco ad andare la domenica, un po’ mi pesa. Sono stato a San Giovanni Rotondo a ascoltare la Messa»
Single o fidanzato?
«Single, ho avuto una storia lunga quattro anni e poi ci siamo lasciati. Sono una persona cresciuta con valori tradizionali, preferirei trovare una ragazza delle mie zone, ma non si decide quando arriva l’amore»
Ha 21 anni compiuti, ma sembra più grande dell’età che ha
«Me lo dicono in tanti. Forse perché sono cresciuto con i miei nonni che mi hanno lasciato valori forti. Fino a 13 anni sono stato con nonno Raffaele, ricordo che eravamo in casa avevo un pallone di spugna, lui si metteva in porta dove c’era l’armadio e tiravo»
Con chi ha legato dei compagni?
«Di Chiara con cui vivo, ma anche Romano»
Chi ricorda in particolare nella sua carriera calcistica?
«Mister Stringara che ho avuto alla Cavese e al Foggia. Mi ha valorizzato quattro anni fa, ero stato uno dei pochi giovani che a diciotto anni in Lega Pro che da novembre aveva fatto 16 presenze. Cipriani e Nocerino alla Cavese hanno influito sulla mia crescita»
Fonte: Pavia Calcio
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