mercoledì 3 ottobre 2012

PAVIA CALCIO A 5, la favola di CHARLES


PAVIA. Dal calcio al calcetto per non rinunciare al proprio sogno. Per il 18enne Charles Adjibi Jesukpego è una ragione di vita giocare a calcio è sempre stata una ragione di vita e in questi anni sembrava aver fatto tutti i passi giusti: dalle giovanili nel Milan all’esperienza in serie D, poi però qualcosa è andato storto. Nato in Benin (Africa Occidentale) e in Italia con i genitori da quando ha sette anni, ha cominciato a giocare nella squadra di Pieve Emanuele. «All’inizio tanta panchina, ma quando entravo segnavo, allora ho cercato di meglio e sono andato a Milano 3 e poi a Locate, dove ho conosciuto un allenatore che mi ha portato a fare i provini con Milan e Inter. Mi presero entrambe, scelsi il Milan per questioni di cuore – spiega –. Con mister Stroppa (attuale mister del Pescara in serie A, ndr) ricordo un 5-0 subito dall’Inter, ma è stata un’esperienza utilissima. A 16 anni mi hanno mandato al Derthona, serie D, a fare esperienza. La seconda stagione è andata bene finché c’era mister Rampulla, poi la squadra è crollata e a me è andata anche peggio perché a fine stagione ho avuto un grave infortunio al ginocchio e sono rimasto fuori un anno. Al rientro, lo scorso marzo, stavo giocavo bene quando il ginocchio ha ceduto di nuovo».
Una sfortuna che potrebbe abbattere un mulo, ma Charles aveva un sogno da realizzare: «Il Derthona mi ha seguito nei tempi dell’operazione, ma di tornare in campo non se n’è mai parlato. Un giorno un amico di Giussago, paese dove abito da quando ho 14 anni, mi ha invitato a vedere una partita del Pavia calcio a 5 e mi sono appassionato subito. Ho conosciuto Andrea Colombo, gm della società, e ho capito che grazie a lui potevo cominciare una nuova avventura».
Ora Charles è seguito dallo stesso Colombo e da Renzo Diaz, tecnico della squadra Under 21, formazione a cui sarà aggregato al suo rientro, previsto per la fine dell’anno o l’inizio del 2013. Nel frattempo si è diplomato in odontotecnica, perché è importante sognare ma costruirsi un piano B è un atto di buonsenso.

Fonte: Marco Barzizza

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