lunedì 19 novembre 2012

IL PAVIA CALCIO HA IL SUO RE MIDA! E' MISTER ROSELLI


Una dichiarazione di Stroppa, dimissionario allenatore del Pescara, ha aperto recentemente, un interessante e seguito dibattito tra gli addetti ai lavori. Nell’era dei raccomandati e degli “sponsorizzati” non c’ è più spazio per la meritocrazia. Fanno, in tanti, finta di scandalizzarsi, ma capita sempre più spesso, sentir parlare di tecnici che viaggiano con la “dote”. Un malcostume che purtroppo, negli ultimi tempi, coinvolge, nelle scelte, anche alcuni esponenti della classe dirigenziale. A dire il vero rimane difficile stabilire quanto siano gli uni a cercare gli altri o viceversa. Tra i dirigenti di ultima generazione esiste anche un’ altra moda, una ulteriore linea di pensiero che non sempre ripaga nei risultati. Quella della ricerca dell’ allenatore rampante. La scuola di Coverciano ne sforna in quantità industriale, negli ultimi anni. Sono giovani e non hanno grandi pretese economiche, perlomeno agli inizi. E quello del denaro è un argomento di grande attrazione e convincimento per molti dirigenti. La dura legge del gol vale, però, anche nell’era dei raccomandati, degli “sponsorizzati e dei “rampanti”. Capita così che qualche maestro di lungo corso della panchina, riesca, ancora oggi, a togliersi qualche bella soddisfazione.

L’esempio di questi giorni, il più attuale e calzante, è quello di Giorgio Roselli, che di campionati ne ha pur vinti più di uno e che, in carriera, avrebbe meritato qualche riconoscimento più qualificante. Subentrato nel finale della scorsa stagione alla guida di un disperato Pavia. Centrata una miracolosa, impensabile, salvezza all’ ultimo respiro, si sta togliendo più di qualche soddisfazione nell’ attuale campionato.
Una squadra imbottita di ragazzini il Pavia. Dei quali, qualcuno pescato tra i dilettanti ed altri ancora prelevati dalla Beretti. Forse la squadra che nel proprio girone schiera il maggior numero di “under”. Capace, comunque, di assestarsi nelle zone alte della classifica dopo aver imposto lo stop alle due corazzate Lecce e Cremonese.
Taciturno, schivo e disincantato. Roselli racconta agli amici che, allenando, ancora si diverte. Più di quanto accadesse qualche anno addietro.
Cambiano i tempi, i modi e le abitudini. Non ci sono più risorse economiche. Di conseguenza i raccomandati, quelli con la “dote” ed i rampanti vanno, inevitabilmente, sempre più di moda. La meritocrazia, in tanti casi, va a farsi benedire.
Per la fortuna del calcio, però, esiste sempre e solo la dura legge del gol. La quale, per una  regola non scritta, recita ancora che il campo  avrà sempre bisogno di uomini e allenatori. Quelli veri però. Quelli come Giorgio Roselli, se permettete.



Fonte: Tutto Lega Pro

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