mercoledì 12 dicembre 2012

PAVIA CALCIO, a tu per tu con...MAURO REDAELLI



Mauro Redaelli questa settimana è il protagonista della rubrica «Lo sapevate che?». Il giocatore nato a Milano il 13-1-1992 è al primo anno in maglia azzurra ed stato prelevato dalla Caronnese (serie D girone B).
Dalla serie D alla Prima Divisione, cosa è cambiato?
«Finché sei in D hai solo la speranza di poter arrivare tra i professionisti, quando ci arrivi la speranza diventa consapevolezza e voglia. C’è un’attenzione maggiore ai particolari. Dopo 4 mesi che sono a Pavia ho ricevuto parecchio anche fuori dall’ambiente calcistico. Ho imparato a curare aspetti che non conoscevo come le terapie, la palestra»
Mister Cotta della Caronnese ha detto che se lei ‘impara a gestire meglio la palla si ritaglia una carriera tra i professionisti’. 
«Prima di andare via mi ha fatto molte raccomandazioni. Cerco di stare attento e anche Roselli insiste sul fatto che non butti mai via la palla: il mister, che quando giocava era mediano mi insegna il posizionamento in campo, io cerco di ascoltarlo al massimo. Mi sono reso conto che posso stare in categoria dopo un primo periodo di assestamento»
Cosa si porta dietro dai dilettanti? 
«Tanto agonismo, lotta sulle seconde palle e contrasti: caratterialmente sono stato formato. In D i giocatori più esperti rimarcano maggiormente la differenza tra ‘vecchi’ e ‘giovani’. La scorsa stagione Shala mi ha aiutato molto e anche Bruni, che sento tuttora»
Nonostante giochi a calcio, continua anche gli studi all’Università. 
«Faccio Scienze Umane dell’Ambiente, Paesaggio e Territorio. Ho scelto una facoltà umanistica che mi permettesse di giocare e mi piace la geografia. L’anno scorso riuscivo a frequentare di più, ora meno. Sono quasi in corso ed ho la media del 25»
I capelli lunghi però non li taglia. 
«Aldo ogni tanto me lo dice scherzando, li ho sempre avuti lunghi: li lego e non mi accorgo che crescono»
Redaelli che ragazzo è al di fuori del campo di calcio?
«Altruista con i compagni, ma sono forse troppo timido. La mattina studio a casa o vado in biblioteca, al pomeriggio mi alleno e la sera esco con gli amici, ma non nel week end»
Che rapporto ha con Pavia?
«Non mi capita spesso di girare per Pavia perché sono di Milano. E’ successo di incontrare dei tifosi che mi hanno fatto i complimenti: è la prima volta che succede ed è stato bello»
Con chi ha legato dei compagni?
«Con Meregalli con cui vado ad allenamento in macchina e con Lussardi»
Squadra del cuore e giocatore preferito?
«L’Inter, anche se ho giocato tre anni al Milan dagli Allievi alla Berretti. Il mio giocatore preferito prima era Thiago Motta, ora Guarin»
Da cosa nasce la passione per Vasco?
«Sono andato a tre concerti a Milano e ho tre tatuaggi di cui uno, una rondine, ho fatto con altri quattro amici: ho scritto sul torace ‘Siamo solo noi’. Sono un patito»
Quale è stato l’ultimo suo viaggio?
«Sono stato l’estate scorsa a Glasgow e Edimburgo in Scozia, mi piacerebbe andare in Canada: sono un tipo da montagna e anche l’ultimo libo che letto ‘Aria Sottile’ racconta di una scalata sul monte Everest»
Quale è stata la soddisfazione più grande in questa stagione?
«La prima è stata quando ho firmato il contratto, il primo da professionista. La seconda emozione è stata quando ho esordito con il FeralpiSalò e poi dopo la prima volta in cui sono stato schierato titolare con il Carpi»



Fonte: Ac Pavia


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