mercoledì 31 ottobre 2012

PAVIA CALCIO, a tu per tu con...PASQUALE TURI


Turi
PAVIA. Pasquale Turi, nato a Bari il 18-5-1993, è il protagonista di questa settimana della rubrica «Lo Sapevate Che?». Il laterale sinistro è al primo anno con la maglia del Pavia.
Come è stato crescere a Bari?
«Sono cresciuto nel quartiere di San Gerolamo, prima era un’area più brutta, negli ultimi anni le acque si sono calmate. Non sono mai uscito tanto: frequentavo la scuola, mi sono diplomato in geometra, e andavo agli allenamenti. Sin da piccolo rinunciavo a uscire, volevo provare a fare il calciatore»
E i suoi genitori l’hanno spronata a imboccare questa strada?
«Con mio padre c’è un rapporto da amico, sempre entro i limiti. Mi hanno sempre seguito nelle mie scelte e incoraggiato. Se non giocassi a calcio farei il lavoro di papà Giuseppe che ha un’azienda che produce cucine. Però giocavo a Bari nelle giovanili e facevo bene, così mi assecondava in quello che volevo fare»
Dopo sei anni nelle giovanili del Bari è arrivata la prima esperienza fuori di casa, a Taranto
«Sono andato via da Bari e sono passato alla Berretti del Taranto. Sono stato là un anno e mezzo: mi hanno dato tanto e fatto crescere nonostante tra le due città ci fosse rivalità»
A febbraio 2012 poi il passaggio alla Giacomense in Seconda Divisione
«Sono arrivato a febbraio e c’era la neve, uno shock: ci ho messo un po’ per ambientarmi»
Quest’anno a Pavia sta conoscendo la nebbia
«Al mattino non ne avevo mai vista così tanta, però Pavia è più città, è stato più semplice, mentre là ero in un paesino con la neve alta»
Che ragazzo è Turi?
«Uno tranquillo, dicono che non do subito confidenza, che me la tiro un po’ – sorride -, ma non è così perché cerco di dare tanto alle persone. I baresi sono simpatici, ospitali, ma inizialmente un po’ diffidenti»
Fidanzato?
«Con Valeria che sta a Taranto, ma studia a Urbino Scienze della Nutrizione. Stiamo insieme una volta a settimana, Pavia è più comoda di Taranto per vedersi»
Come occupa il suo tempo al di fuori degli allenamenti?
«Non mi piace leggere libri, preferisco giornali e riviste. Sento musica, Eros Ramazzotti, Tiziano Ferro, Vasco e le canzoni del momento. Al mattino faccio un po’ di commissioni, sto con Romano, D’Orsi, Di Chiara. Ci sfidiamo alla PlayStation  al gioco del calcio: sono il più bravo a Pes, il più scarso a Fifa»
Chi è l’esempio nello spogliatoio?
«I più grandi come Fasano, La Camera, Statella e Capogrosso. Fasano è una brava persona, mi consiglia e sa prendere i giovani per il verso giusto: anche quando sbagli sa cosa dire»
Della sua casa a Bari cosa le manca di più?
«L’affetto familiare: stare a cena con i miei genitori e mio fratello Nicola che ha 14 anni. Danilo Colella, che gioca nel Monopoli in D, è il mio migliore amico. Nei momenti difficili ci sosteniamo. Il piatto preferito? Le orecchiette alle cime di rapa di nonna Porzia»
Chi le ha lasciato un risordo particolare nella sua carriera calcistica?
«Mister Pettinicchio a Taranto: curava molto i giovani e riusciva a farli integrare nel gruppo. Tuttora lo sento»
Qual la sua squadra del cuore?
«La Roma e il mio giocatore preferito è Totti, già da piccolo mi facevo i capelli come lui. Mi piace il carattere e quel pizzico di presunzione che ha. Nel mio ruolo mi ispiro a Zambrotta: ho sempre giocato a sinistra come laterale di centrocampo, se da piccolo avessi iniziato come terzino mi sarei specializzato di più»
Perché ha scelto Pavia?
«Perché la società punta sui giovani ed è una piazza tranquilla. L’esempio è Falco nella scorsa stagione»



Fonte: Pavia Calcio

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